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Roma - Festival della matematica - Il grande John Nash all'Auditorium davanti a tremila giovanissimi spettatori - Fotoalbum

Il genio e la tenerezza

di Ernie Souchak
Viterbo - 22 marzo 2007 - ore 3,30

John Nash
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La folla in attesa di Nash
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Arriva John Nash con Odifreddi
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John Nash durante l'intervista
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Odifreddi presenta Nash e inizia l'intervista
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Nash durante l'intervista con Odifreddi
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Odifreddi
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- Ammirazione e tenerezza.

Il grande matematico, il teorico della teoria dei giochi, il premio Nobel dell’economia, lo schizofrenico John Nash ha suscitato a quasi tremila spettatori, in gran parte giovanissimi, questi sentimenti.

Un matematico, Nash, reso popolare e mitico soprattutto dal film, tratto dalla sua biografia, A Beautiful Mind.

All’Auditorium di Roma, in occasione dell’ultima giornata del Festival della matematica, per tutto il pomeriggio c’è stata la coda per vedere il genio.

Tanto che gli organizzatori, che non avevano previsto tanta folla, hanno dovuto distribuire biglietti gratuiti. Mentre in un primo momento era stato previsto semplicemente l’ingresso libero nella grande sala Santa Cecilia.

Un po’ prima delle 21, ora in cui doveva iniziare l’intervista del premio Nobel, Nash arriva accompagnato dal logico e organizzatore del Festival della Matematica, Piergiorgio Odifreddi.

Nash si muove tranquillamente, mentre tra gli organizzatori scatta l’isteria. E c’è chi intima: “Non fate foto. Non usate il flash. Se no qui salta tutto. Nash viene infastidito dalle foto e salta la conferenza”.

Il tutto mentre Nash si comporta del tutto normalmente e non bada affatto ai fotografi. Tanto che durante l’intervista il premio Nobel viene bersagliato da migliaia di scatti, come una vera star, e non se ne dà certo pena.

Nonostante l’isteria di alcuni accompagnatori, l’intervista inizia con Odifreddi che, senza mai affondare, prima ripercorre alcune delle questioni matematiche di cui Nash si è occupato e poi fa domande anche sulla malattia.

Le risposte di Nash sono spesso demistificanti e demitizzanti. Il suo sguardo a volte fisso nel vuoto lo fa sembrare un personaggio surreale. Atemporale.

Sul mega schermo si alternato le immagini di A Beautiful Mind ma anche quelle reali della consegna del premio Nobel. Con Nash che le commenta dicendo: “Beh le cose non sono andate proprio così”.

Intanto i gli interpreti dell’Auditorium si occupano di tradire il più possibile il pensiero di Nash. Tanto che il premio Nobel, per gli interpreti diventa il “premio nobile”. Insomma una traduzione a dir poco approssimativa.

Ma nonostante tutto l’impressione è stata grande nel vedere la realtà del mitico Nash che ormai per molti ha il volto di Russell Crowe.

Ciò che ha impressionato è stata soprattutto la surreale e demistificante ironia di Nash.

Ma forse è stata la sofferenza psichica di un genio come Nash a far scattare una naturale simpatia e una profonda empatia.

Nel volto e nello sguardo di Nash, ultra settantenne, non si possono, infatti, non notare i segni degli elettroshock e delle iniezioni di insulina.

L'intervista a John Nash di Odifreddi

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